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Il coronavirus non si arrende e, a poco a poco, a forma di goccia, ogni incontro con l’arte viene annullato. Una delle prime è stata Art Basel Hong Kong, che ha deciso di rimandare la sua celebrazione, optando invece per un incontro online. Poi sono arrivate altre edizioni, come la Biennale di Venezia, posticipata al 2022, o il prestigioso Turner Prize, anch'esso posticipato all'anno prossimo. L'ultimo a cadere è stato l'edizione svizzera di Art Basel, che aveva già cambiato data da giugno a settembre. Dopo diverse settimane di incertezza, l'organizzazione ha deciso di annullare questa edizione e di tenerla dal 17 al 20 giugno 2021.
“Sebbene vi siano segnali di speranza mentre i paesi escono dal lockdown, la situazione globale rimane precaria e, Purtroppo, c'è ancora molta incertezza sullo svolgimento della fiera.”, hanno comunicato attraverso una breve lettera pubblicata sul loro sito web. Tra alcune di queste incertezze, il “rischi per la salute derivanti da grandi raduni o limitazioni ai viaggi intercontinentali”, nonché la mancanza di chiarezza del contesto normativo svizzero “per bandi delle dimensioni di Art Basel”.
Per questo motivo Art Basel, uno degli eventi d'arte contemporanea più importanti al mondo e che ogni anno riunisce più di 250 gallerie internazionali e più di 4.000 artisti da tutti i continenti, ritiene che "l'opzione migliore in relazione all'impegno di Basilea sia quella di concentrarsi sull'edizione del prossimo anno e offrire una fiera con la qualità internazionale che il mondo dell'arte si aspetta".
Questa fiera con l'arte contemporanea è stato creato da Ernst Beyeler, Trudl Bruckner e Balz Hilt nel 1970, un anno in cui hanno riunito più di 90 gallerie, 30 editori da dieci paesi e 16 mila visitatori. Il suo successo crebbe e nel 2000 iniziò l'espansione a Miami e, dieci anni dopo, nel 2010, la fiera arrivò a Hong Kong con una prima edizione che attirò l'attenzione di oltre 60.000 visitatori.