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Questa mostra in galleria Taddeo Ropac di Parigi presenta un punto di vista molto specifico sull'opera, complesso e pieno di densità, Marcel Duchamp (1887-1968). Il titolo, in francese Toucher Priere (Si prega di toccare), utilizzato in una delle sue opere dall'artista stesso, esprime un'inversione che allude e mette in discussione l'indicazione comunemente usata nei musei affinché il pubblico non tocchi le opere: Please do not touch.

Il feticismo, in tutte le sue varianti, alcune delle quali non espressamente fisiche, implica sempre il contatto. E collocandoci in quest'area, ciò che Paul B. Franklin, curatore della mostra, intende sottolineare è l'L'importanza centrale del feticismo nella vita e nell'opera di Marcel Duchampche ha sempre desiderato che il pubblico eterogeneo non fosse “esterno” alle sue opere, ma piuttosto in contatto intenso e libero con le sue opere.

Nel testo che introduce la mostra, il curatore afferma che “questa è la prima volta che viene esaminata l’importanza del feticismo e del feticismo nell’opera di Marcel Duchamp”. Ciò richiede una piccola precisazione, poiché nel 2016 il Museo Tinguely di Basilea ha presentato una mostra con lo stesso titolo: per favore toccae il sottotitolo il tocco dell'arte, a cura di Roland Wetzel. Naturalmente, nonostante in quell'occasione il punto di partenza fosse Duchamp, la mostra non era stata concepita espressamente attorno al feticismo e si presentava anche con un approccio aperto alla presenza di altri artisti.

Marcel Duchamp: 'Nu descendo uma escada', 1937. À direita, M. Duchamp: 'Porta-garrafa', 1965. Fotos: Associação Marcel Duchamp / ADAGP, Paris 2022

Marcel Duchamp: "Nudo che scende le scale", 1937. A destra, M. Duchamp: "Portabottiglie", 1965. Foto: Associazione Marcel Duchamp / ADAGP, Parigi 2022

Questa versione di per favore tocca proveniente dalla galleria Thaddaeus Ropac di Parigi, è stata presentata per la prima volta nel loro spazio londinese. È senza dubbio un segno di grande interesse che attraverso 34 opere Attraverso grafiche, oggetti, fotografie e riproduzioni di piccolo formato, si approfondiscono alcune delle tematiche che hanno reso Duchamp uno degli artisti più importanti del nostro tempo. L'irradiazione del feticismo si articola in cinque sezioni: la considerazione del ready-made come oggetto feticistico; la sua presenza in repliche e riproduzioni in miniatura; il suo ruolo nel gioco dei generi: l'uso di materiali feticistici come pelle, vinile, gomma e carta metallizzata, e lo sviluppo della sua identità artistica (in Marcel e in Rrose Sélavy).

Le riproduzioni di piccolo formato, realizzate dallo stesso Duchamp e contenute in cofanetti pluri-edizione e in edizioni di lusso di cataloghi, sollevano la questione di come possano essere valutate in relazione alle opere originali, poiché, come sottolineava Walter Benjamin negli anni Trenta del secolo scorso, il carattere delle opere d'arte avrebbe subito una profonda trasformazione dal momento in cui la loro riproduzione tecnica sarebbe divenuta possibile.

A questo proposito, Paul B. Franklin riporta nel catalogo della mostra quanto affermato da Duchamp, negli ultimi anni della sua vita: “Distinguere il reale dal falso, le imitazioni dalle copie, sono questioni tecniche del tutto prive di significato” (1967). “Un duplicato o una ripetizione meccanica ha lo stesso valore dell’originale” (1968). E poi conclude: “Secondo Duchamp, le idee incarnate in un’opera d’arte avevano un’importanza uguale o maggiore dell’oggetto fisico stesso”.

In questo modo si svela con precisione il carattere del set di pezzi campione. Siamo posti davanti a una sorta di microscopio ottico per portare davanti ai nostri occhi e alla nostra mente una caratteristica centrale dell'opera artistica di Duchamp: la predominanza dell'idea sui supporti fisici. E da lì l'importanza che la nozione di feticismo ha sia nella sua vita che nella sua opera.

Vista da exposição na galeria Thaddaeus Ropac em Paris

Veduta della mostra alla galleria Thaddaeus Ropac di Parigi

Il termine feticcio ha le sue radici etimologiche negli oggetti di culto ai quali, in alcune culture, venivano attribuiti poteri sovrannaturali. Ma nello sviluppo della cultura europea, e con l'intensa dimostrazione di tecnologia che diede origine a popolazioni e culture di massa, negli approcci della psicologia e della psicoanalisi, il termine feticismo fu coniato come espressione di quella che allora era considerata una "deviazione sessuale". consiste nel prendere una parte del corpo o un indumento come oggetto di eccitazione e desiderio.

La cosa più importante, come sottolinea costantemente Paul B. Franklin, è che la nozione di feticismo ha un carattere positivo e aperto in Duchamp. Con essa cerchiamo di situare l'idea di attrazione, indipendentemente dal contatto fisico, sia nella vita che nelle opere artistiche, che permette lo sviluppo del desiderio come forza erotica. E così, per concludere, possiamo condividere con Duchamp l’idea che sia la vita che l’arte sono eros… Questo è ciò che ci dicono gli sviluppi di Marcel in Rrose Sélavy, parole che suonano in francese, sono un’omofonia, come L'eros è vita. In spagnolo: Eros è vita.